Ares_Lacedemone |
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| Innanzi tutto, benvenuto. Il concetto di "far guerra" è molto mutato nel tempo. Da quello Ellenico-romanico a quello medievale. Fino al 1700, la guerra non era causa principale di morte (o per lo meno non arrivavano a grandi numeri). Era comunque vista come un dovere e i chi andava al fronte era il soldato che doveva uccidere il nemico (anche se non è stato sempre così). Con i tempi moderni, la guerra non è rimasta più cosa "da soldati", ma si è estesa anche alla popolazione civile, che, nelle città doveva subirsi bombardamenti notturni. Certo, si faceva di tutto per evitare morti tra la popolazione (non so di quanto però), e si cercava di mantenere uno scontro tra "professionisti". Alla fine, che vantaggio poteva avere bombardare delle città inermi, se non per un mero scopo dimostrativo di potenza e forza? La guerra, quindi, non era più un semplice appropriarsi di vantaggi strategici e -così- rendere conscio il nemico della difficoltà. La guerra era diventata uno sterminio di massa dove si puntava anche a colpire il popolo, e a farli reagire contro il proprio stato per far nascire e fomentare una sommosa popolare. La guerra è sempre stata strategia, psicologia e tattica. La guerra è fatta di stratagemmi, di vigliaccate e di colpi bassi: se no non si avrebbe mai fine in uno scontro. E credo che se noi avessimo dato una bomba moderna ad un cavalerie medievale, questo, non avrebbe tanto esitato a lanciarla contro la fanteria nemica. Alla fine, l'uomo è sempre rimasto uomo.
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